Dopo Brexit e Trump, il Referendum conferma l’importanza dell’ascolto del web. 82% dei tweet a favore del “No”.
Dopo i casi Brexit e Donald Trump la storia è ormai nota: le previsioni elettorali condotte utilizzando i tradizionali sondaggi sembrano ormai poco veritiere, perché non rispettano quel voto “di pancia” che sta sovvertendo molti schemi prestabiliti e minacciando le zone di comfort dei poteri forti. Alla vittoria del “No” sul “Sì” sancita dallo spoglio elettorale, infatti, va aggiunta quella degli strumenti di monitoraggio del parlato web. A ben vedere, però, quella del monitoraggio social è piuttosto un’analisi predittiva, che ha parlato chiaro sin dall’inizio, sin dal giorno in cui è stato attivato l’osservatorio per monitorare gli hashtag ufficiali #bastaunsi e #iovotono.
Dal 15 novembre il monitoraggio ha portato alla luce uno scambio di oltre 413mila tweet contenenti gli hashatag ufficiali del Referendum, con un picco di 1296 tweet registrato domenica 4 dicembre tra le 14 e le 15. Gli utenti che hanno partecipato al dibattito su Twitter sono stati quasi 49mila, e hanno sempre mostrato una netta preferenza per il “No”, tanto che, a Referendum concluso, i dati parlano di un vantaggio dell’82% del “No”.
Ma non è stata solo l’Italia a partecipare al dibattito: molti tweet sono arrivati anche da Usa e Germania, sintomo dell’interesse che il quesito referendario ha generato anche altrove. Dall’estero è arrivata un’indicazione forte, che marca una differenza sostanziale tra come viene vista l’Italia da fuori e da dentro i confini patri. Sono stati infatti 64,70% i “Sì” degli italiani che vivono all’estero: una maggioranza schiacciante, inversamente proporzionale a quanto avvenuto in patria.
Tra gli hashtag più utilizzati nei tweet sul Referendum emergono temi rilevanti come #costituzione e #senato, ma anche il fil rouge che, forse a scapito del quesito referendario, ha politicizzato il voto: #renziacasa, #renziscappa, #salvini, #verdini, #prodi e #boschi. Ma a figurare sono anche #portaaporta, #ottoemezzo, #omnibusla7, #dimartedi, #agorarai e altre arene di discussione. Quasi 29mila le immagini scambiate su Twitter, per enfatizzare le posizioni o per sdrammatizzare. I cinque account più attivi nel dibattito sono stati il comitato indipendente @iovotono, la pasionaria per il “Sì” @angelinascanu, quello per il “No” @manupalo67 e l’account ufficiale della Lega Nord (@lega_nord). Tra i più citati, quindi più popolari, troviamo ovviamente i protagonisti/fautori del Referendum @matteorenzi e @bastaunsi, ma anche gli account di Matteo Salvini (@matteosalvinimi), del creatore di vignette filo-grilline Marione (@marionecomix) e dell’avvocato Antonio Bordin (@antoniobordin).